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COMUNICAZIONI

Il nostro racconto di Natale.
La neve scendeva copiosa sui tetti della città di Cometa, tutti i bambini l’avevano tanto attesa per poterci giocare. Fra loro, Bianca e Filippo avevano trascorso l’intero pomeriggio a costruire il loro omino di neve. Avevano decorato gli occhi con due tappi di bottiglia, messo una pallina per fare il naso, colorato le guance di rosa e applicato un drappo per la bocca. Sulla testa, l’omino indossava un lungo berretto e al collo aveva una sciarpa verde. I due bambini erano molto soddisfatti del lavoro fatto, tanto che sembrava vero. «Peccato non possa parlare» esclamò Filippo «E chi lo dice!» rispose una voce dal tono grave. I due piccoli pensarono immediatamente che si trattasse di uno scherzo e si guardarono intorno, ma non c’era proprio nessuno. «Ehi fanciulli! Parlo con voi!» disse la stessa voce grave. I bambini, spostando lo sguardo in direzione dell’omino di neve, videro che la bocca di stoffa si era leggermente spostata. «I pupazzi di neve non parlano!» disse Filippo. «Ma io mi chiamo Snowy e vi ringrazio per avermi fatto così bello» rispose l’omino di neve.

Il buio cominciava a diffondersi, ormai era sera.

«A domani Snowy» dissero i due bambini, salutando l’omino di neve. «Va bene» egli rispose «però dovete promettermi che se non ci rivedremo presto non dovrete rattristarvi, ma pensare a farmi ancora più bello e più grande con la prossima nevicata». Bianca e Filippo, annuendo col capo, pensavano che Snowy non sarebbe sparito e che il giorno seguente lo avrebbero trovato nello stesso punto del parco.

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